Cenni tecnici


VETRI “INVISIBILI” ANTIRIFLESSO

Permettono di ottenere le migliori prestazioni in termini di eliminazione del riflesso sulla superficie del vetro. Sono il risultato della tecnolgia più avanzata in fatto di antiriflesso. Non si tratta dei comuni antiriflesso acidati, microporosi ed opacizzanti che devono essere montati a contatto con l’immagine, ma di un particolare processo consistente nella deposizione di una pellicola di ossidi metallici a forte carica energetica di spessore controllato, dell’ordine di alcuni nanometri. In particolare si tratta di un trattamento ottico interferenziale ottenuto con l’applicazione di un film multistrato in atmosfera modificata. Questa tecnologia è denominata Magnetron Sputtering. Proprio grazie a quest’ultima i singoli strati, essendo ossidi metallici, non possono essere soggetti a corrosione divenendo un coating duro, di lunga durata, non asportabile e non alterabile. Il risultato di tutto ciò è, dal punto di vista ottico, straordinario. Infatti il riflesso residuo sulla superificie aria-vetro, causa del fastidioso effetto specchio che spesso non permette la visione al di là del vetro stesso, viene praticamente annullato riducendosi da 8 a meno dello 0,5%. La permeabiltà alla luce è massima. Ne conseguono massima nitidezza e definizione, massimo contrasto chiaro-scuro, massimo risalto dei colori dell’immagine posta oltre il vetro. Con l’effetto incredibile di non avere materia interoposta tra l’osservatore e l’oggetto osservato, a qualsiasi distanza il vetro venga posto. Il vetro è veramente invisibile, c’è, ma non si vede.

Vetri invisibili
Tabella vetri invisibili
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VETRI CONSERVATIVI

Hanno lo scopo di prevenire i danni, cumulativi ed irreversibili, derivanti dall’esposizione ai raggi UV di opere cartacee. I raggi ultravioletti, invisibili all’occhio umano, provocano infatti la rottura di alcuni legami chimici in sostanze come la lignina, le emicellulose e gli sbiancanti ottici presenti nella carta. Infatti, nello spettro di luce tra i 300 ed i 380 nanometri, questi raggi hanno energia sufficiente per modificare tali legami e quindi indurre modificazioni chimiche e fisico-meccaniche. Questa problematica investe in pieno il settore della grafica e della fotografia. La conseguenza macroscopica di ciò, ad esempio, è lo sbiadimento, l’ingiallimento e il deterioramento della carta esposta alla luce solare. I vetri conservativi sono in grado di filtrare oltre il 97% dei raggi ultravioletti più dannosi, quelli appunto nella fascia tra i 300 ed i 380 nanometri. Le proprietà filtranti di questi vetri sono ottenute mediante deposizione, concettualmente simile a quello effettuata sui vetri “invisibili”, di un coating multistrato siliceo in grado di convertire le onde di luce ultravioletta in energia emessa nella porzione di infrarosso dello spettro elettromagnetico. Questo vetro permette quindi di mantenere inalterate nel tempo le caratteristiche originarie dell’opera incorniciata.
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VETRI “INVISIBILI” ANTIRIFLESSO PER LA CONSERVAZIONE (VETRO MUSEALE/MUSEUM GLASS)

Abbinano entrambe le caratteristiche di “invisibilità” e filtro UV in un solo vetro. Il termine identificativo del prodotto più conosciuto per questa tipologia di vetri è quello di "MUSEUM GLASS"

Vetri invisibili
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ACRILICO MUSEALE

Novità assoluta. Non si tratta in realtà di vetro ma di un materiale sintetico su cui si è riusciti a trasferire tutte le caratteristiche dei vetri museali. Quindi “invisibilità” e “conservazione”, ma con le ulteriori proprietà "antistatiche" e "antigraffio". Vantaggi rispetto al vetro: peso inferiore ed infrangibilità.

NUOVA GENERAZIONE DI VETRI ANTIRIFLESSO 2,0 MM ACIDATI - PRODUZIONE TEGLA

Il processo di lavorazione del vetro con cui si realizza il “classico” antiriflesso è l’acidatura. La superficie del vetro viene trattata con sostanze aggressive che corrodono la stessa rendendola porosa ed opaca. La conseguenza di ciò è quella di eliminare il riflesso ma, rovescio della medaglia, il vetro presenta otticamente un effetto satinato, traslucido, che comunque altera i contorni ed i colori delle immagini, accentuando l’effetto opacizzante più il vetro è distante dall’immagine. Quindi la qualità di un antiriflesso acidato si valuta non solo per il fatto di eliminare il riflesso, cosa semplice, ma soprattutto per la resa ottica del vetro stesso, quindi, cosa difficile, per la capacità di riuscire comunque a mantenere più trasparente e chiaro possibile il vetro, riducendo al minimo l’effetto satinato / bianco. Tale difficoltà cresce proporzionalmente se l’acidatura viene effettuata su entrambe le facce della lastra, cosa spesso necessaria in quanto se su un solo lato si vengono a creare problemi di “incollaggio” del lato liscio, non trattato, sull’immagine, soprattutto se si tratta di fotografie. Con il tradizionale processo di acidatura, consistente nello “spruzzare” l’acido sulla lastra, nonostante si possano classificare differenti qualità di acidatura, si sono in realtà ottenuti risultati solamente discreti. Infatti la tecnica spray utilizzata comunemente non garantisce un’omogeneità di copertura e una qualità costante sulla superficie del vetro, quindi una rugosità superficiale non regolare e più sgranata con un evidente effetto satinato. Tuttavia esiste ora un nuovo processo produttivo esclusivo, messo a punto dalla tedesca TEGLA, che Vetroservice rappresenta in Italia, che permette di raggiungere risultati impensabili per questo tipo di prodotto. Innanzitutto invece che spruzzati, i vetri vengono immersi in apposite vasche in modo tale da avere uniformità sulla superfcie del vetro. Per una maggiore efficacia viene poi utilizzata un miscela di acidi ad elevata temperatura, il cui mix nella vasca viene costantemente monitorato elettronicamente. Questo nuovo processo permette di ottenere un prodotto finito di alto valore aggiunto, finissima rugosità superficiale, regolarità ed omogeneità di produzione, garanzia di qualità costante nel tempo, elevata trasparenza e permeabilità alla luce, quindi prestazioni ottiche ben superiori e non paragonabili rispetto ai prodotti acidati ottenuti con le tecniche tradizionali. Senza contare l’impatto ambientale zero di questo metodo produttivo, dove gli acidi sono riciclabili al 100% e non vengono dispersi nell’atmosfera come invece accade col vecchio processo a spruzzo.

NUOVA GENERAZIONE DI VETRI ACIDATI 3,0-12,0 MM - PRODUZIONE TEGLA

Nuova generazione di vetri acidati ottenuta mediante un innovativo processo produttivo consistente nell’immersione del vetro in apposite vasche contenenti miscela di acidi ad elevata temperatura. Tutto il processo è gestito elettronicamente, sia per quanto riguarda gli elementi costituenti la miscela di acidi, sia per quanto riguarda il mix degli stessi, sia per quanto riguarda la temperatura, ed il tempo di permanenza del vetro nelle vasche. Al variare di ciascun parametro, elementi, mix, temperatura, tempo si ottiene un prodotto diverso in modo tale da soddisfare la più particolare esigenza di mercato. Esiste quindi una vastissima gamma di prodotti con differenti caratterstiche ed intensità di acidatura. Ciascun prodotto è riproducibile a distanza di tempo senza possibilità di errore, perchè a quel particolare prodotto corrisponde un determinato valore di ciascuna variabile. Questi vetri acidati sono caratterizzati da un’elevatissima qualità in termini di finitura ed omogeneità superficiale e ciò comporta anche un vantaggio pratico di facilità estrema di pulizia e rimozione delle impronte. Questo ciclo produttivo ha impatto ambientale zero in quanto gli acidi sono riciclabili al 100% e non vengono dispersi nell’atmosfera come invece accade con gli altri vecchi processi a spruzzo.